Prima che qualcuno si arrabbi ci tengo a sottolineare che non è mia intenzione sostenere che non siano persone povere in questo paese e che questo non sia un fenomeno che sempre in maniera più urgente deve essere affrontato, ciò nonostante forse i numeri non dicono tutta la verità.
In Italia, alcune cifre sembrano convergere sorprendentemente: circa 3 milioni di famiglie povere, 3 milioni di lavoratori in nero, 3 milioni di disoccupati e 3 milioni di percettori del Reddito di Cittadinanza. Questa coincidenza numerica solleva interrogativi sulla reale condizione socio-economica del Paese e sulle interconnessioni tra questi fenomeni. Una strana coincidenza che ci porta a riflettere, se uno lavora in nero è allo stesso tempo è un disoccupato, magari percettore del reddito di cittadinanza, rientra tra la categoria dei poveri?
1. Povertà in Italia
Secondo l’ISTAT, nel 2023, la povertà assoluta coinvolge l’8,4% delle famiglie residenti, pari a oltre 2,8 milioni di famiglie.
2. Lavoro nero
L’economia sommersa rappresenta una sfida significativa. Nel 2021, l’ISTAT ha stimato circa 2,99 milioni di unità di lavoro irregolari, con un incremento di 73.000 unità rispetto al 2020.
3. Disoccupazione
Il tasso di disoccupazione in Italia è diminuito negli ultimi anni. Nel settembre 2024, si è attestato al 6,1%, con un incremento di 301.000 occupati rispetto all’anno precedente. Se aggiungiamo ai circa 1,5 milioni pari al numero dei disoccupati il numero degli occupabili(*1) ovvero quelli che potrebbero essere occupati e che non sono nelle liste di collocamento i 3 milioni inizialmente citati son presto raggiunti.
4. Reddito di Cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza è stato introdotto per sostenere le famiglie in difficoltà. Secondo dati del 2023, circa 1,6 milioni di nuclei familiari hanno beneficiato di questa misura, coinvolgendo oltre 3 milioni di persone. Questa cifra coincide con il numero di percettori, ma rappresenta individui all’interno di famiglie beneficiarie.
Interconnessioni e riflessioni
Sebbene le cifre presentino similitudini, è fondamentale comprendere le interconnessioni tra questi fenomeni:
- Povertà e lavoro nero: Molti lavoratori in nero rientrano nelle statistiche di povertà, poiché l’assenza di contratti regolari limita l’accesso a diritti e tutele sociali.
- Disoccupazione e Reddito di Cittadinanza: I disoccupati possono beneficiare del Reddito di Cittadinanza, ma non tutti i percettori sono disoccupati; alcuni lavorano in nero o hanno redditi insufficienti.
- Lavoro nero e disoccupazione: Il lavoro non dichiarato può distorcere le statistiche ufficiali, poiché individui occupati in nero potrebbero risultare disoccupati nelle rilevazioni.
Conclusione
Le coincidenze numeriche tra poveri, lavoratori in nero, disoccupati e percettori del Reddito di Cittadinanza evidenziano la complessità del tessuto socio-economico italiano. Affrontare queste sfide richiede politiche integrate che promuovano l’emersione del lavoro irregolare, sostengano l’occupazione regolare e offrano adeguate reti di protezione sociale. Ora un lavorare in nero è spesso sottopagato, sfruttato e totalmente privo di assistenza, destinato a diventare un problema per la società soprattutto in età avanzata. La politica deve darsi da fare con urgenza per togliere dal “ghetto” queste persone e riportarle al vivere civile. Va constatato che al di la del colore politico solo tanti annunci sono stati fatti ma azioni concrete ben poche.
*1 Per stimare quanti dei 13,23 milioni di inoccupati possano essere “occupabili”, dobbiamo considerare:
- Età lavorativa: Non tutti nella fascia 15-64 anni sono realmente occupabili. Ad esempio, molti giovani tra i 15 e i 24 anni sono studenti, e una parte delle persone oltre i 60 anni potrebbe essere in procinto di ritirarsi o già ritirata dal lavoro.
- Stato di salute: Una percentuale di persone in età lavorativa potrebbe essere esclusa dal mercato del lavoro per motivi di salute o disabilità.
- Disponibilità e scelta personale: Alcuni inoccupati, pur essendo teoricamente occupabili, potrebbero non essere attivamente interessati al lavoro per motivi personali o familiari (es. caregiver).
Vediamo una stima approssimativa basata sui dati disponibili:
1. Giovani e anziani nella popolazione inoccupata
- Giovani studenti: Circa il 40% della fascia 15-24 anni (stimata in 6 milioni) è impegnato esclusivamente in studi o formazione. Questo corrisponde a circa 2,4 milioni di giovani.
- Anziani prossimi alla pensione: Circa il 50% della fascia 60-64 anni (stimata in 4 milioni) potrebbe essere considerato non occupabile. Questo equivale a circa 2 milioni di persone.
Quindi, almeno 4,4 milioni di persone nella fascia inoccupata non sarebbero occupabili per motivi di età (studenti o anziani).
2. Problemi di salute o disabilità
- Secondo i dati ISTAT, circa il 6% della popolazione in età lavorativa ha limitazioni gravi o moderatamente gravi che impediscono di lavorare. Applicando questo dato ai 39 milioni di persone in età lavorativa, si stima che circa 2,34 milioni di persone non siano occupabili per motivi di salute.
3. Disponibilità e scelta personale
- Una parte significativa degli inoccupati può essere composta da caregiver (soprattutto donne) o persone scoraggiate dal cercare lavoro. Secondo le stime dell’ISTAT, circa il 25% degli inoccupati rientra in questa categoria. Applicato ai 13,23 milioni di inoccupati, questo corrisponde a circa 3,31 milioni di persone.
Stima finale degli occupabili
Sottraendo le categorie non occupabili dalla popolazione inoccupata totale:Occupabili=Totale inoccupati−Studenti e anziani−Problemi di salute−Indisponibili per scelta\text{Occupabili} = \text{Totale inoccupati} – \text{Studenti e anziani} – \text{Problemi di salute} – \text{Indisponibili per scelta}Occupabili=Totale inoccupati−Studenti e anziani−Problemi di salute−Indisponibili per sceltaOccupabili=13,23 milioni−4,4 milioni−2,34 milioni−3,31 milioni\text{Occupabili} = 13,23 \text{ milioni} – 4,4 \text{ milioni} – 2,34 \text{ milioni} – 3,31 \text{ milioni}Occupabili=13,23 milioni−4,4 milioni−2,34 milioni−3,31 milioniOccupabili≈3,18 milioni\text{Occupabili} \approx 3,18 \text{ milioni}Occupabili≈3,18 milioni
Conclusione
Dei 13,23 milioni di inoccupati stimati in Italia nel 2024, circa 3,18 milioni di persone potrebbero essere considerati occupabili, ovvero in età e condizione di salute adatte al lavoro, e potenzialmente interessati a partecipare al mercato del lavoro.
Appassionato di lettura di testi storici, in particolare di storia moderna, lettore accanito di notizie, quotidiani. Attento alla citazione di fonti attendibili, nemico di Fakenews e Analfabetismo Funzionale.