Mi è capitato di pensare che giudizio daranno del nostro periodo storico i nostri eredi quando scriveranno i libri di storia, forse ha ragione il generale Vannacci viviamo in un mondo all’incontrario ma non per le becere e populiste ragioni che espone nel suo libro.

Stiamo parlando di luoghi comuni che ormai sono entrati nella testa delle persone e sono diventate ferme convinzioni

Stiamo parlando di luoghi comuni che ormai sono entrati nella testa delle persone e sono diventate ferme convinzioni

l’euro e il danno per i cittadini e risparmiatori

Ormai sono più di 20 anni dall’adozione dell’euro ma ancora oggi si rimpiange la lira e il come si stava meglio quando si stava peggio, ebbene si si stava peggio, l’inflazione ha caratterizzato tutto il periodo dell’adozione della lira, parliamo di inflazione e 2 cifre che erodeva costantemente i risparmi dei cittadini, pochi anni di soldi in banca non investiti e questi diventavano poca cosa.

L’accesso al credito era caratterizzato da tassi a doppia cifra che nel credito al consumo arrivavano a superare il 30%, i mutui casa tra gli anni 70 e 80 venivano erogati a tassi intorno al 25% rendendo cosa proibitiva l’acquisto di un immobile, vi faccio di seguito un esempio di modo che sia più chiara la differenza:

mutuo contratto nel 1980 al tasso del 25% capitale 200.000 euro per 30 anni, rata mensile = €.4196

mutuo contratto nel 2020 al tasso del 2% capitale 200.000 euro per 30 anni, rata mensile= €. 739

la stessa casa, nel 1980 considerando il monte interessi sarebbe costata oltre 1.300.000€. contro i poco più dei 260.000 del 2020, come penso sia chiaro per tutti in quegli anni acquistare casa era praticamente impossibile per i meno abbienti.

andamento tassi interesse

erano anche gli anni dell’inflazione e della svalutazione che rendeva sempre più cari i beni importati e sempre più cari tutti i beni acquistati. Nulla di tragico naturalmente nella storia ci sono stati periodi anche peggiori ma il primo ricorso storico risale ad inizio 900 in buona parte d’Europa ma in particolare in Germania in quella che venne denominata la repubblica di Weimar, tra il 1919 e il 1923 l’inflazione raggiunse il 626% una delle condizioni che portò alla povertà buona parte della popolazione anche quella abbiente e creò le condizioni per l’arrivo degli assolutismi.

L’adozione dell’euro anche ha consentito in questi 20 anni di mantenere tassi di interesse bassi, bassa inflazione tutelando i risparmi e anche il potere d’acquisto dei cittadini.

Naturalmente non è tutto oro quello che luccica e soprattutto in Italia i problemi non mancano, in questi 20 anni infatti i salari non sono aumentati a differenza del resto d’Europa e negli ultimi anni per cause esterne come covid e guerra l’inflazione ed i tassi d’interesse sono moderatamente cresciuti, sottolineo moderatamente in quanto nulla a che vedere con la situazione degli anni 80

le tasse e la benzina

Penso che se chiediamo a dieci persone per la strada quale è il paese dove si pagano più tasse buona parte delle persone vi risponderà l’Italia, spesso riteniamo di essere un paese unico e che nel resto del mondo tutto sia diverso, non è cosi!

Partiamo da un dato complessivo, la pressione fiscale rispetto al pil, ci vede al settimo posto e comunque allineati all’Europa che conta, sopra di noi Francia, Belgio, Austria e i paesi del nord, allineati a noi Germania, e la media Eurozona. Quello che si dovrebbe discutere eventualmente è il livello dei servizi ma di questo nessuno mai parla, tutti guardano alla pancia e non vogliono pagare le tasse.

Diverso il discorso famiglia, ogni governo di destra e sinistra parla di famiglia, ma poi nessuno fa niente, interessante osservare che una famiglia in Germania abbia una tassazione negativa fino ai 40.000 euro di reddito ed in Italia questa sia di poco inferiore al single monoreddito, ma anche di questo nessuno ne parla alla faccia di fare figli.

Ora veniamo alle imprese di capitali per scoprire che non solo siamo allineati ai big d’Europa ma siamo uno dei paesi più convenienti, diverso discorso per la burocrazia, l’inefficienza della giustizia e dell’amministrazione pubblica ma anche qui nessuno ne parla e non ne fa nulla preferendo slogan di quelli che si battono per abbassare le tasse anziché sistemare tutto il resto.

I dati ufficiali del Dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni IRPEF offrono spunti interessanti per riflettere sulla distribuzione del carico fiscale.

Spesso si sente dire che in Italia le tasse le pagano solo dipendenti e pensionati, e che oltre l’80% del gettito IRPEF proviene da queste due categorie. Questo è vero: infatti, secondo i dati, l’82,5% del gettito IRPEF è generato da dipendenti e pensionati. Tuttavia, queste categorie rappresentano anche l’84,1% dei contribuenti italiani, quindi è naturale che il loro contributo sia in linea con la loro rappresentanza numerica. Se ci aggiungiamo che i contribuenti che versano almeno un euro in Italia sono circa 30 milioni si contro deduce che un Italiano su due non versa nulla!

Per quanto riguarda il carico fiscale specifico, si dice spesso che i dipendenti pagano più tasse degli autonomi. In realtà, i dati mostrano una situazione diversa. Dei 21,2 milioni di dipendenti, 4,2 milioni non pagano nulla, mentre i restanti 16 milioni pagano in media 5.300 euro di IRPEF. Tra i 13,5 milioni di pensionati, 3,1 milioni non pagano nulla e i restanti 10,4 milioni versano in media 4.360 euro.

Gli imprenditori, invece, pagano in media 6.990 euro di IRPEF, e i professionisti arrivano a 18.630 euro. Se si considerano i soci di società di persone, l’IRPEF media sale a 9.040 euro. Inoltre, è importante notare che i compensi degli amministratori di società sono assimilati fiscalmente a quelli dei dipendenti, e i dividendi distribuiti costituiscono redditi di capitale.

Questi dati non negano l’esistenza dell’evasione fiscale, che probabilmente coinvolge più gli autonomi che i dipendenti o i pensionati. Tuttavia, utilizzare le statistiche in modo strumentale per guadagnare consenso non aiuta a risolvere il problema dell’evasione fiscale che è ai livelli più alti d’Europa e qui si che vantiamo il record.

l’invasione islamica

Cambiamo ora argomento ma rimaniamo all’attualità, la sostituzione etnica, l’invasione barbarica o meglio l’invasione Islamica sono una delle principali preoccupazioni dell’Italiano medio. Purtroppo quando scrivo di Italiano medio mi devo riferire a quello di Maccio Capatonda che per sdrammatizzare e dare idea a chi non lo conosce, vi metto qui sotto:

Come sempre baso le mie opinioni sui numeri e non sulle percezioni o sulle esperienze personali tipiche dell’analfabeta funzionale vero problema di questo secolo.

Per chi vuole rassicurarsi che non saremo mussulmanizzati nei prossimi anni invito ad approfondire, nessuna sostituzione etnica è in atto e nessuna islamizzazione ne ora ne mai sarà il reale problema di questo paese. I numeri di Islamici in Italia percepito è ben distante dalla realtà in Italia nel 2015 c’erano circa 1.700.000 mussulmani meno del 3% della popolazione, il dato 2023 li vede addirittura in calo a 1.500.000.

I dati comunque sono chiari non vi è alcuna invasione ne nessun pericolo imminente, alla faccia della sostituzione etnica.

Un ulteriore ragionamento andrebbe fatto sulla reale pericolosità dell’islam, per l’Itagliano medio (errore voluto…) gli Islamici violentano, uccidono e sono pericolosi, ma sarà poi vero? qui farei una premesse citando quanto pensavano di noi gli altri abitanti del mondo, negli stati uniti in particolare vi propongo questo testo:

«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali. Si propone che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione».

siamo nel 1912, si tratta della relazione che l’Ispettorato per l’immigrazione degli Stati Uniti ha consegnato al Congresso, riguarda gli immigrati italiani

«Non sono, ecco, non sono come noi. La differenza sta nell’odore diverso, nell’aspetto diverso, nel modo di agire diverso. Dopotutto non si possono rimproverare. Oh, no. Non si può. Non hanno mai avuto quello che abbiamo avuto noi. Il guaio è …. che non ne riesci a trovare uno che sia onesto».

(Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d’America, 1973).

e potrei andare avanti con molto altro che potete trovare anche voi facilmente, ma torniamo ai nostri amici mussulmani, fermandoci un attimo sulla situazione generale del nostro paese, tenuto conto del fatto che il fenomeno dell’immigrazione interessa il nostro paese da soli 20 anni è interessante scoprire che nonostante gli immigrati vi sia un costante calo di buona parte dei reati gravi come dal grafico che potete vedere qui sotto. Rapine tra 2012 e 2020 dimezzate, furti più che dimezzati e delittuosità in genere in forte calo.

possiamo tranquillamente sostenere numeri alla mano che l’immigrazione è ininfluente sulla delittuosità in genere.

L’Italiano medio ora mi potrebbe dire ma le carceri Italiana sono piene di stranieri, un ovvietà che tutti sanno ma che merita un analisi sempre partendo dai numeri, interessante osservare che il tasso di delittuosità dei cittadini stranieri regolare sia molto simile a quella degli Italiani, mentre la cosa varia in maniera sostanziale quando parliamo di clandestini

Perchè gli stranieri non bastano

Il gap di percezione è notevole per gli Italiani gli immigrati rappresentano oltre il 30% della popolazione , con una percezione di invasione che ha orientato il giudizio di molte persone su questo fenomeno. Niente di più falso in quanto gli stranieri non sono il 70% in meno rispetto percepito, e oltre a non aumentare negli ultimi 10 anni, gli scarsi arrivi determinano un saldo migratorio che pur essendo lievemente positivo non compensa la denatalità, le statistiche sono tra l’altro impietose rispetto alla nostra attrattività, siamo infatti tra gli ultimi paesi d’Europa per capacità di attrazione di cittadini comunitari, un attrazione mai stata così necessaria visto il costante callo demografico che affligge questo paese che se non invertito porterà a conseguenze disastrose.